La Scelta

La Scelta

A Story by Renyabee
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Una festa in maschera, una misteriosa lettura di Tarocchi che risveglia ricordi e domande rimaste senza risposta.

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E’ una festa in maschera come tante.

Gente annoiata si muove in circolo, cercando di continuare a tessere le loro reti ambiziose anche in questa distorta versione della realtà.

Gioielli usciti da musei mi girano attorno, indossati da persone di ambo i sessi con visi nascosti da maschere costose.

La musica, un sussurro classico mai silente, si manovra con destrezza tra la moltitudine di lingue che si uniscono nell’aria, vibrante del profumo di fiori immolatisi all’altare dei nostri sensi.

Le bevande sembrano apparire dal nulla su tavoli illuminati.

E dal nulla appare pure il tavolo rotondo con l’Indovina.

Senza maschera, con i capelli chiarissimi raccolti in uno chignon basso. Vestita con semplicità elegante. Un arcano senza fronzoli, un’Imperatrice calma.


Mi sceglie tra la folla bisbigliante, elettrizzata. Con lo sguardo mi invita a prendere posto davanti a lei.

Ubbidisco.

Quando accenno a parlare scuote la testa, inizia a mescolare le carte.

Le pone davanti a me, in mezzo al tavolo.

“Scegline una” dice.

La fisso. Poi indico la prima carta a sinistra. 


Solleva la carta senza mostrarmela. Le rimescola e ne distribuisce altre tre. Con gli occhi mi invita a girarle.


La prima è Il Matto. Poi la Morte. Poi l’Eremita.


L’immagine inizia a danzare davanti ai miei occhi.

Non sono più in una Londra elitista e mascherata; sono in una strada di Chueca,  a Madrid.

Sto ridendo per qualche battuta. 

E davanti a me, per terra, c’è quel solitario tarocco. Il Matto.

Il commento è immediato, quasi sincronico, da entrambi: “Questa/o sei tu!”

Ridiamo ancor di più. “No, no”, dico io. “E’ una figura maschile, Il Matto. Quindi sei tu.” 

Ride. “Ok. Io saro' Il Matto e tu sarai la Luna .”


In quei giorni il mondo era una danza folle e l’unico modo per vivere era ballare al suo ritmo. E Il Matto era la persona migliore con cui ballare. Anzi, era il conduttore della danza. Non c’era jazz club sotterraneo che non conoscesse, i bar preparavano drinks solo per lui, gallerie aprivano per mostrare premiere ancora sconosciute.

Poi iniziarono piccoli episodi. Nulla di drammatico…fino a quell’ultima serata.


Sembro' iniziare come al solito. Un invito dal nulla, un indirizzo poco conosciuto, ora tarda.

Quando arrivammo, scrutai la fila di studenti come noi che cercavano di accedere a questa spiaggia nel mezzo di Malasaña e lo avvistai. Più ci avvicinavamo più qualcosa sembrava strano. Non riusciva a stare fermo per più di pochi secondi, gli occhi si muovevano senza sosta e parlava in modo sconnesso.

Entrammo. Lui si diresse direttamente al bar e torno' con chupitos per tutti. Da lì le cose precipitarono. Beveva senza controllo, enunciando teorie assurde di complotti, accusando a turno chiunque di noi cercasse di calmarlo di essere un fascista.

Quando uscimmo si fermo'  al bordo della strada.

Guardava il cielo.

Poi inizio' a piangere. “Non ci sono le stelle”, disse.

“Quando hai bisogno di loro spariscono sempre”, quasi ululo', tra i singhiozzi.

Inizio'  a strapparsi il cappotto, la sciarpa, buttandoli per strada. 

Era inconsolabile e sempre più sconnesso ma riuscimmo a portarlo a casa.


Il giorno dopo sparì nel nulla, come se non fosse mai esistito.

Poco dopo lasciai Madrid e con essa i ricordi di quelle serate folli.


L’indovina, nel frattempo, enuncia il verdetto: “Il Matto e l’Eremita sono due facce della stessa medaglia. Uno è il punto di partenza e l’altro quello d’arrivo. Il Matto è una condizione mentre l’Eremita una scelta. Lo fa per trascendere i limiti del concepibile, per esplorare l’assenza e la mancanza. La mancanza di desideri, l’assenza di sensazioni. 

Il passaggio dal Matto all’Eremita avviene attraverso un viaggio mentale di scoperta.

Un ritorno alla vita o una fuga dalla realtà? La scelta tra quale delle due è nelle tue mani.”

Tace, mi fa cenno di alzarmi.


Come in trance, inizio ad allontanarmi. 

Una voce mi ferma: “Quella carta sembra seguirti ovunque, non trovi?”

Una maschera nera gli copre il viso ma la voce è inconfondibile.

All’improvviso capisco le parole dell’indovina. 

“Quindi ora sei l’Eremita?” 

Ride e mi chiede: “Ricordi l’ultima sera in cui uscimmo a Madrid?”

“Difficile scordarla”

“Quando arrivai a casa iniziai a delirare. I miei mi fecero ricoverare immediatamente. Seguirono settimane di spostamenti da una clinica all’altra. Finché non arrivo' la diagnosi. Bipolarismo.”

“Questo spiega molte cose ma non la tua sparizione.”

“Decisero di non diffondere la notizia.”

“Capisco. E ora?”

Ride e scuote la testa: “Ora sono tornato. Come Eremita, ho viaggiato ovunque per trovare me stesso. Solo alla fine ho scoperto che avrei dovuto tornare ed imparare ad accettarmi.”

“E ci sei riuscito?”

“Forse. O forse no. La scelta sta nelle tue mani.”

Inizia ad allontanarsi tra la folla. 

“Aspetta! Quale scelta?”

“Il ritorno alla vita o la fuga…”


Cerco di seguirlo ma le maschere si accalcano verso di me, tutto inizia a diventare sfocato.


E di colpo, senza fiato, mi sveglio.

© 2024 Renyabee


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61 Views
Added on May 18, 2024
Last Updated on May 18, 2024
Tags: Tarots, Dreams, Memories

Author

Renyabee
Renyabee

London, United Kingdom



Writing
Incontro Incontro

A Story by Renyabee





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